giovedì 21 marzo 2024

Successo per la Mostra di Pittura e Fotografia "Lo Specchio dell'Anima a Ragusa"

 





La mostra d'arte "Lo Specchio dell'Anima" si è conclusa con un trionfo di creatività e partecipazione a Ragusa, lasciando un'impronta indelebile nell'ambito artistico locale. Dall’ 8 al 20 marzo, il Centro Commerciale Culturale è stato il palcoscenico di opere straordinarie, sia pittoriche che fotografiche, che hanno catturato l'immaginazione di un vasto pubblico.

Organizzatrici dell’evento Anna Ottaviano e Deborah Fragalà, in collaborazione con la Prof.ssa Caterina Cellotti, che grazie alla loro passione e dedizione hanno reso possibile un’esperienza artistica unica nel suo genere.

Nella sezione dedicata alla pittura, gli artisti hanno presentato una varietà di stili e tecniche, offrendo al pubblico una panoramica ricca e coinvolgente dell'arte contemporanea.

Deborah Fragalà, Patrizia Cerminara, Guido Cicero, Rosanna Criscione, Giovanna Giaquinta, Rita Iacono, Emanuela Iemmolo, Anna Ottaviano e Daniela Sellini hanno dato vita a opere che hanno toccato corde emotive profonde e suscitato riflessioni sulla natura dell'anima umana.


La sezione fotografica, curata da Lara Dimartino e Gianni Giacchi, ha stupito i visitatori  con immagini potenti e suggestive. Attraverso il loro obiettivo hanno catturato momenti di bellezza, vulnerabilità e autenticità, trasportando il pubblico in mondi visivi unici e suggestivi.

Il successo travolgente della mostra è stato evidente fin dall'apertura, con un'affluenza costante di visitatori che hanno espresso ammirazione e apprezzamento per le opere esposte. L'atmosfera vibrante e stimolante creatasi all'interno del Centro Commerciale Culturale ha reso la mostra non solo un'occasione per ammirare l'arte, ma anche per condividere idee, emozioni e passioni.

In conclusione, "Lo Specchio dell'Anima" si è dimostrata non solo un evento artistico di grande rilevanza, ma anche un momento di connessione e crescita per la comunità artistica e culturale di Ragusa. Grazie agli sforzi congiunti di tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria esposizione, l'arte continua a riflettere e illuminare la profondità dell'anima umana.









Gianni Giacchi





sabato 9 marzo 2024

“LO SPECCHIO DELL’ANIMA” , INAUGURATA LA MOSTRA DI PITTURA E FOTOGRAFIA

 

“LO SPECCHIO DELL’ANIMA” , INAUGURATA LA MOSTRA DI PITTURA E FOTOGRAFIA

Visitabile dall’8 al 20 marzo al CCC. Di via G. Matteotti n. 61, Ragusa, dalle 16,30 alle 19,30

 

 

E’ stata inaugurata con un numeroso pubblico la Mostra di pittura e fotografia “Lo specchio dell’anima”, attualmente visitabile fino al 20 marzo al Centro Culturale commerciale di via G. Matteotti n. 61, Ragusa.

A moderare la serata, che ha visto l’intervento della Professoressa Caterina Cellotti, il Presidente Unpli Ragusa APS Giorgio Caccamo e Giuseppe Bonanno, è stata la pittrice Anna Ottaviano insieme all’ideatrice e curatrice della mostra Deborah Fragalà. Sono intervenuti anche l’Assessore Giovanni Gurrieri e Don Giorgio Occhipinti.

Interessante la relazione della Professoressa Cellotti che ha citato le figure femminili che nel tempo hanno riscattato il ruolo che da secoli era stato imposto alle donne, attraverso la loro arte, a partire da Lavinia Fontana,  donna e pittrice alla corte dei papi, alla fotografa contemporanea recentemente scomparsa Letizia Battaglia, al ricordo di Anna Magnani con il film Bellissima per finire con un sentito e profondo pensiero del M° Giovanni Allevi.

Tematiche che hanno toccato il tema della bellezza e che si ricollegano allo specchio dell’anima e dell'interiorità di cui ha parlato Giuseppe Bonanno.

L’arte in tutte le sue forme ha coinvolto tutti i partecipanti che sono diventati parte integrante della mostra stessa rispecchiandosi nelle pennellate e negli sguardi delle opere esposte.

 

Espongono:

Pittura: Patrizia Cerminara, Giudo Cicero, Rosanna Criscione, Deborah Fragalà, Giovanna Giaquinta, Rita Iacono, Emanuela Iemmolo, Anna Ottaviano, Daniela Sellini

Fotografia: Lara Dimartino, Gianni Giacchi

 

 

























Foto inaugurazione: Emanuele Criscione e Antonio Scribano

 

 

Lara Dimartino


martedì 18 giugno 2019

ASSISTENZA SANITARIA: E’ ANCORA UN DIRITTO DI TUTTI?


Sovranismo e diritto all’assistenza sanitaria, 
di Giuseppe Occhipinti Segretario della Pastorale della Salute della Diocesi di Ragusa

Il sovranismo è ormai una consolidata “posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato, in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovranazionali di concertazione” (Treccani).
Dalla politica sovranista discendono una serie di deduzioni che privilegiano lo Stato nazionale e i suoi cittadini. La cittadinanza posta alla base, tra l’altro, del godimento dei diritti sociali.
La cultura del sovranismo è nata gradualmente nel tempo con una evoluzione che ha una certa coerenza: “prima i lombardi”, “prima il nord”, “prima i padani”, fino ad oggi con “prima gli italiani”
Il diritto alla salute è per tutti?
Vi è da chiedersi se, nella concezione sovranista il diritto alla salute che è tra i più classici diritti sociali è legato espressamente alla cittadinanza e al permesso di soggiorno, o alle  reali condizioni di bisogno di assistenza sanitaria…
Anche in questo caso le questioni partono da lontano. Il vigente testo unico per le leggi sull’immigrazione (legge 40/1998 poi D. Lgs 288/98), risale alla legge “Turco-Napolitano” che prese il posto della legge Martelli del 1989. I nomi dei ministri dell’epoca servono a capire in quale contesto politico sono nati i primi atti di distinzione tra diritti dei cittadini e diritti posti in capo a ogni essere umano in quanto tale.
Si distingue tra “stranieri iscritti al SSN Servizio Sanitario Nazionale” e “stranieri non iscritti al SSN”.  Per questi ultimi “non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno” quindi clandestini, erano e sono assicurate “le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva”. Vi è poi la declinazione non esaustiva – ma spesso interpretata come tale – delle prestazioni erogate per la tutela della gravidanza e della maternità, della salute del minore, le vaccinazioni, la profilassi internazionale e più in generale le malattie infettive.
Agli stranieri non in regola con l’ingresso e con il permesso di soggiorno spetta “un nucleo irriducibile di diritto alla salute protetto dalla Costituzione” tale diritto viene posto loro dalla Corte Costituzionale con sentenza 269/2010 “qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso”.  La discriminazione passa proprio nell’interpretazione del “nucleo irriducibile” che  spesso è soggetto a interpretazioni che nella prassi rischiano di essere restrittive. Tutte le prestazioni del SSN, riassumibili nei Livelli Essenziali di Assistenza sono erogabili agli “iscritti” al servizio sanitario, e solo una parte ai “clandestini” con un occhio particolare alle malattie infettive e quindi alla tutela della salute della “collettività”  più che a quella individuale. Nella prassi quotidiana vengono inoltre denunciate altre forme di ostacoli all’accesso delle cure con interpretazioni restrittive delle cure “essenziali” e della perdita del diritto di essere esentati dai ticket e quindi, spesso, dalle cure stesse.
L’accesso dei “clandestini” alle strutture non comporta però obbligo di denuncia (referto) “salvo i casi in cui il referto è obbligatorio anche per i cittadini italian”. Denuncia che resta obbligatoria, quindi, solo in casi in cui si commettano reati perseguibili d’ufficio, questo come anche per gli italiani, ma non quindi per la clandestinità. Quest’ultimo  principio nel 2009 fu messo in discussione dal “pacchetto sicurezza” Legge 94/2009 decreto Maroni che introdusse, il reato di clandestinità. Con il reato di clandestinità si è trasformato lo status in reato, la propria condizione personale in illegalità. Si pose all’epoca il problema se diventasse obbligatorio il referto – e quindi la denuncia all’autorità giudiziaria – per tutti coloro che non erano in regola con il permesso di soggiorno una volta che accedevano alle strutture sanitarie.  Vi furono numerose prese di posizione contrarie che costrinsero il ministro Maroni ai tempi Ministro dell’Interno a intervenire con una circolare, la n. 12/2009 con la quale si escluse il reato di clandestinità dall’obbligo di segnalazione all’autorità giudiziaria in caso di accesso alle strutture sanitarie.  Problema legislativo risolto con una circolare, quindi risolto impropriamente, ma comunque risolto.
Con il decreto Salvini (DL 113/2018) si abolisce il permesso di soggiorno per motivi umanitari spesso usato per motivi sanitari di durata biennale. Oggi l’unico permesso speciale per motivi medici ha la durata massima di un anno, questo permesso per motivi medici  viene concesso per condizioni di salute di “particolare gravità” e  deve essere accertato da una struttura sanitaria pubblica o da un medico convenzionato con il SSN mediante “idonea documentazione”. Il riferimento alla documentazione e non alla certificazione è eloquente: non basta la classica certificazione – atto di scienza che determina le condizioni di salute/malattia – ma una documentazione più ampia ma che comunque non è specificata.
Per il diritto alla salute esiste quindi un doppio binario, il primo riguarda gli stranieri in regola che sono iscritti al SSN e beneficiano di tutte le prestazioni come gli italiani”, il secondo,  riguarda invece, gli stranieri che non sono in regola con il permesso di soggiorno e che prevede per loro un riconoscimento solo parziale del diritto alla salute. Le annose discussioni sullo ius soli o sullo ius culturae non hanno portato a niente. Sono nel limbo centinaia di migliaia di ragazzi che nascono in Italia, frequentano scuole italiane, amici italiani, si sentono italiani ma sono confinati in una zona grigia. Questa non comporta però una discriminazione sul diritto alla salute in quanto comunque risultano iscritti al servizio sanitario nazionale, ma in altri ambiti.
Concludendo, è attraverso il permesso di soggiorno – un atto amministrativo – che si gioca la disuguaglianza del diritto costituzionale di salute. Lo slogan sovranista che indica una priorità sulla base della cittadinanza, quindi anche sul tema del diritto alla salute appare sostanzialmente privo di effetti, ma “venduto” come se ne fosse pieno. Gioca a favore del diritto alla salute, il fatto di essere non soltanto diritto dell’individuo, ma anche “interesse della collettività”. La mancata presa in carico dei problemi di salute della popolazione migrante rischia di avere ripercussioni gravi su tutta la popolazione.
Evidentemente gli atti discriminatori devono passare per altre strade.





lunedì 20 maggio 2019

GRANDE SUCCESSO PER IL I° CONVEGNO DI PNEUMOLOGIA E ALLERGOLOGIA "Allergy & Lung"


Da sinistra: Dr. Diego Dimartino, Pneumologo, Dr. Carmelo Brinch, Allergologo
Si è svolto con grande partecipazione di medici, sabato 18 maggio, presso la sala conferenza dell' Hotel Villa Carlotta a Ragusa, il primo convegno scientifico “ALLERGY & LUNG UPDATE”. Responsabili scientifici Dr. Diego Dimartino, Pneumologo presso l’UOC di Medicina Generale dell' Ospedale Guzzardi di Vittoria, ASP7 e il Dr. Carmelo Brinch, Allergologo. Il convegno nasce dall'idea di integrare due materie specialistiche già molto vicine tra loro e intrecciate per ambito di competenze, al fine di fornire un contributo scientifico al medico specialista del settore e al medico di medicina generale riguardo le procedure diagnostiche-terapeutiche più recenti in ambito allergologico e pneumologico. Le malattie respiratorie insieme alle allergopatie rappresentano un fenomeno sempre più diffuso a livello globale, ma ancora spesso sottovalutate per il ridotto utilizzo degli strumenti diagnostici. Il convegno “ALLERGY & LUNG UPDATE” ha anche previsto una sessione pratica in cui i partecipanti sono stati coinvolti nell' utilizzo degli strumenti diagnostici (spirometro, polisonnigrafo, ecografo).



giovedì 16 maggio 2019

Ragusa: I° CONVEGNO DI PNEUMOLOGIA E ALLERGOLOGIA "Allergy & Lung" sabato 18 maggio a Villa Carlotta



Da sinistra: Dr. Diego Dimartino, Pneumologo, Dr. Carmelo Brinch, Allergologo


Si terrà sabato 18 maggio, dalle ore 9,00, presso la sala conferenza dell' Hotel Villa Carlotta a Ragusa, il primo convegno scientifico “ALLERGY & LUNG UPDATE” che nasce dall'idea di integrare due materie specialistiche già molto vicine tra loro e intrecciate per ambito di competenze, al fine di fornire un contributo scientifico al medico specialista del settore e al medico di medicina generale riguardo le procedure diagnostiche-terapeutiche più recenti in ambito allergologico e pneumologico. Le malattie respiratorie insieme alle allergopatie rappresentano un fenomeno sempre più diffuso a livello globale, ma ancora spesso sottovalutate  per il ridotto utilizzo degli strumenti diagnostici, spesso legato anche alle lunghe liste di attesa che conseguentemente portano ad un ritardo nell'utilizzo dei farmaci e una ridotta qualità della vita di chi ne è affetto. 
I responsabili scientifici, il Dr. Diego Dimartino, Pneumologo presso l’UOC di Medicina Generale dell' Ospedale Guzzardi di Vittoria, ASP7 e il Dr. Carmelo Brinch, Allergologo, spiegano come l’obiettivo del convegno è quello di rimarcare la necessità di un sinergismo di competenze professionali per la gestione ottimale del paziente con disturbi respiratori e allergopatie, creare una sinergia tra territorio e specialisti e, non per ultimo, velocizzare il corretto processo diagnostico al fine di ottimizzare il trattamento e ridurre il ricorso a strumenti diagnostici alternativi non validati dalle società scientifiche internazionali. 
Il convegno “ALLERGY & LUNG UPDATE” prevede due sessioni dedicate alla teoria e una sessione pratica attraverso cui i partecipanti possono familiarizzare con gli strumenti diagnostici che oggi sono sempre più comunemente in uso negli studi medici specialistici e nelle corsie degli ospedali, con l’obiettivo di fornire una conoscenza di base delle procedure  utilizzate in campo allergologico e pneumologico. 
Il corso è a numero chiuso e prevede la preiscrizione obbligatoria.  (Per informazioni Michele Ferraro 
cell. 320 4655911).


lunedì 24 settembre 2018

OLTRE 700 PERSONE PER LA PRIMA COLLETTIVA INTERNAZIONALE D'ARTE CHE OMAGGIA IL GENIO ARTISTICO FRANCESCO GIOMBARRESI




La città di Comiso è stata invasa dall’arte e dalla bellezza in occasione dell’inaugurazione della “1 Collettiva internazionale d’Arte in omaggio a Francesco Giombarresi”, il pittore contadino. Oltre 700 persone e ben 84 artisti hanno assistito con interesse alla cerimonia inaugurale della Collettiva che si è svolta in due momenti: la premiazione degli artisti presso l’auditorium “Carlo Pace” ed il taglio del nastro nel castello Aragonese.
Comiso per storia e tradizione è la cittadina dell’arte che ha dato i natali a Salvatore Fiume, Gesualdo Bufalino, Biagio Pace, Salvatore Adamo; con la manifestazione di sabato, organizzata dall’associazione La Via dell’Arte in collaborazione con il Moica di Ragusa e l’associazione Nasledie, si rinnova la tradizione e si tributa un altro figlio di questa terra: Francesco Giombarresi.
Erano presenti alla cerimonia il sindaco Maria Rita Schembari, il vicesindaco Roberto Cassibba, gli assessori Biagio Vittoria e Giovanni Caggia, il viceprefetto Silvio Ciarcià, l’artista di fama internazionale e restauratore dei bronzi di Riace, Nuccio Schepis; il maestro Salvatore Brancaleone, ceramista e realizzatore dei premi; Daniela e Sabina Tranchita con Tiziana Grillo, decoratrici; Valentina Salomone, funzionario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La manifestazione è stata presentata da Valerio Martorana e Maria Grazia Cianciulli.
“Un evento della portata del genere nella propria terra e soprattutto nella propria città è fonte di grande emozione e commozione- afferma l’ideatore e direttore artistico Roberto Guccione- ricordando il mio carissimo amico e grande maestro Francesco Giombarresi. Ringrazio in particolar modo i familiari per la vicinanza e l’affetto che mi hanno dimostrato in questi giorni. Per la prima volta nella mia cittadina ho assistito al risveglio culturale e artistico testimoniato dalla presenza di centinaia e centinaia di persone che hanno invaso l’auditorium e successivamente il pregevole castello Aragonese, dove sono ospitate le opere. Nel corso della cerimonia, con gioia, era presente l’intera amministrazione comunale, capeggiata dal primo cittadino. Un grazie al Moica di Ragusa ed all’associazione Nasledie di Nantes che hanno fattivamente collaborato alla realizzazione della Collettiva. Ringrazio, come sempre, gli amici Andrea Baffoni, critico d’arte, Valerio Martorana, giornalista, e Maria Grazia Cianciulli, dirigente Miur e la giovane promessa canora Sofia Minauda con i coniugi Chiarandà. Un ringraziamento vivo a tutti gli artisti che credono nei nostri progetti di arte, cultura, solidarietà ed amicizia tra i popoli. Giorno 2 ottobre saremo al Cro di Aviano dove doneremo alcune opere realizzate in occasione della Collettiva di Mezzojuso, tenutasi in occasione della festa della Repubblica: pensiamo, doniamo i nostri cuori a chi materialmente soffre”.
 “Per me è un tributo all'unità dei popoli nel segno dell’arte e della creatività,- sottolinea Andrea Baffoni, critico d’arte e direttore della rivista ContemporArt- la mostra presenta artisti di varie nazionalità e generazioni nonché differenti linguaggi superando le barriere, gli ostacoli e le divisioni, in più unisce la contemporaneità alla storia esaltando le bellezze architettoniche di Comiso e grazie all’omaggio voluto da Roberto Guccione nei confronti di Francesco Giombarresi, anche alla cultura artistica dell’intero territorio comisano”.
 “La collettiva d’arte– ribadisce Maria Grazia Cianciulli, madrina dell’evento- è il risultato di passate esperienze e Comiso ha tributato un grande onore e successo all’artista Francesco Giombarresi”.
 “Esprimo vivo apprezzamento per questo evento artistico in omaggio di un nostro concittadino – dichiara Maria Rita Schembari, sindaco della città ipparina- che ha dato lustro alla nostra terra, con umiltà e genialità. Ringrazio fortemente l’amico e direttore artistico Roberto Guccione che ha voluto fortemente omaggiare il suo e nostro amico Ciccio Giombarresi, dando lustro a Comiso, alla famiglia ed all’intera giunta municipale”.
 “Sono felice di rappresentare la Francia – esterna Natalia Dupont Dutilloy, presidente dell’associazione Nasledie di Nantes -tributando le intelligenze della terra di Sicilia e diamo appuntamento l’anno prossimo a Muziillac (Bretagna) per una collettiva mondiale organizzata dall’associazione da me presieduta  e dall’associazione La Via dell’Arte. Dimostriamo che l’arte non ha confini e riunisce tutti i popoli”.
“Ho avuto il piacere di collaborare in questa esperienza espositiva con l’amico Roberto Guccione e non ho parole- conclude Anna Ottaviano, presidente Moica Ragusa-  per ringraziare tutti i partecipanti a questa felice e colorata invasione di artisti che ha registrato sabato sera il castello aragonese di Comiso”.

Questi i pittori: Oriana Galopin, Pino Noto, Nelly Fonte, Chiara Rappisi, Stefania Chiaraluce,   Amelia Perrone, Pamela Iuvara, Nadia Gaggioli, Graziella Puccia, Rosalba Guarnuccio, Daniela Bussolino, Noemi Scottino, Kiryanova Svitlana, Mario Vittoria, Filomena Granata, Cecilia Passeri, Vincenza Iuvara, Paola Grillo, Lauretta Bortolan, Sebestyen katalin, Sabrina Crisante,  Dobus Gyorgy, Dobus Dorka, Natalie Dupont, Franco Carletti, Luciana Palmerini, Pina Re, Irene Giudice, Silvana Mellacina, Mario Perrotta, Maria Luisa Urzì, Biagio Amatu, Angelo Criscione, Giovanni Di Pasquale, Giorgia Scrofani, Mary Anne Zammitt, Emilia Albergo, Rosanna Malandrino, Salvatore Pani, Noemi Martina Gizzi, Enzo Giummarra, Armando Nigro, Maria Di Pasquale, Erzen Sylisufi, Cettina Incremona, Lara Dimartino, Sara Occhipinti, Maria Carmela Occhipinti, Luciano Piccitto, Federica Bucalo , Eliana Agosta,  Karina Lukasik, Vladislava Lakovenko, Roberto Fiderio, Ivana Guarini, Rosalba Guardiano, Pinuccia Cannarella, Maria Rosa Beghelli,  Rosario Mazza, Florinda Giannone, Giusy Siragusa, Maria Teresa Scarso, Carmelo Battaglia, Rosetta Giombarresi, Pippo Giombarresi, Elena Campo, Rita Iacono, Claudio Schembari, Davide Di Martino,  Pamela Siciliano, Luigi Campo, Giovanni  Raimondi, Carla Pistola, Emanuela Iemmolo, Elisa Terranova, Agata Nicolosi, Giuseppe Scarpuzza, Marco Diara, Maria Luisa Barrano, Pino Razza, Francesca Mazzucchelli, Pina Modica, Guglielmo Ferraro, Giuseppe Ciarcia’.


Valerio Martorana
Ufficio Stampa Associazione La Via dell’Arte
OdG Sicilia - Tessera n.78536
Cell 335.7649582


martedì 11 settembre 2018

La prima collettiva Internazionale d’Arte dedicata al pittore contadino Francesco Giombarresi



“Roberto Guccione è un pittore semplice, nella sua Arte, ma anche i suoi paesaggi rappresentano il suo stato d’animo per i diversi suoi colori, per le sue espressioni ed impressioni artistiche, infatti lo dimostrano i suoi bellissimi colpi di luce di colore…..E’ di rilievo successo il fatto che l’artista non ha frequentato scuole d’Arte, ma oggi come oggi comincia già ad essere riconosciuto in varie collettive sia in Italia che all’estero, ed anche personali, ottenendo e avendo maggior successo da una vera propria critica più qualificata, avendo avuto anche riconoscimenti, sia a Roma da Alti Funzionari della Polizia di Stato ed in varie città siciliane, di cui ne è tanto apprezzato da tutti, compreso me, Ciccio Giombarresi”.
Così scrive nel 2004 il grande Artista comisano Francesco Giombarresi del M° Cav. Uff. Roberto Guccione, amico di famiglia e vera fonte di ispirazione per la propria Arte. In vista della data di inaugurazione della prima collettiva internazionale d’arte al castello Aragonese di Comiso, 22 settembre, ore 18:30, si è tenuto, presso lo studio del M° Cav. Uff. Roberto Guccione, organizzatore della stessa, un incontro con la co-organizzatrice, la Resp. del Moica sez. Ragusa, Anna Ottaviano, la figlia del M° Francesco Giombarresi, Rosetta Giombarresi e un collaboratore, il pittore Mario Vittoria.
Alcune opere pittoriche del M° Cav. Uff. Roberto Guccione

 Un pomeriggio fatto di Arte a 360° per parlare della collettiva, ma soprattutto il vero input dal quale si sviluppa l’idea di organizzare la prima collettiva internazionale d’arte al castello Aragonese di Comiso, raccontare della figura poliedrica ed eccentrica di un’Artista geniale, Francesco Giombarresi, che lo stesso Pablo Picasso definì “Un pittore grande grande che dipinge piccolo piccolo…La più microscopica pennellata del secolo..”
Pittore contadino che, racconta il Maestro Guccione, “Da giovane ho avuto l’onore di conoscere. Una persona speciale, umile, amata dal popolo, il mio amico Ciccio. Circa 30 anni fa insieme a lui, che già era un artista noto, ho fatto la mia prima estemporanea di pittura in un paesino della provincia di Enna. Oltre che un grande amico per me è stato anche fonte di ispirazione, perché mi ha saputo trasmettere l’arte dei colori. Lui prendeva tanti pennelli in mano e dopo pochi minuti venivano fuori dei capolavori di cui egli stesso si sorprendeva. La sua genialità, tale definita da personalità di spicco dell’epoca, come Sciascia, e soprattutto da Picasso la ritrovavamo nei suoi quadri in miniatura. Infatti Picasso dice di lui “Un pittore grande grande che dipinge piccolo piccolo…La più microscopica pennellata del secolo..”! In queste pennellate Giombarresi racchiudeva un mondo che vedevamo con una lente di ingrandimento, e la cosa incredibile è che lui dipingeva utilizzando solo i suoi occhi! Amava la famiglia e con la sua semplicità è riuscito a conoscere personaggi incredibili e grandiosi. Un artista geniale che voglio omaggiare per essere riuscito a trasmettermi l’amore per l’arte che per me rappresenta la vita intera”.
Esposizione delle opere minuscole di Giombarresi, viste con lente di ingrandimento_ foto di Rosetta Giombarresi
La prima collettiva internazionale dedicata al grande Giombarresi è frutto di un minuzioso lavoro svolto dal direttore artistico Guccione insieme alla Responsabile provinciale del Moica sezione Ragusa, Anna Ottaviano che segna anche un traguardo importante per il patrimonio storico-artistico del nostro territorio. “La collaborazione con l’Associazione Moica – spiega Guccione - è scaturita durante la collettiva internazionale che si è svolta il 2 giugno a Mezzojuso, quando ho conosciuto la Responsabile dell’Associazione, Anna Ottaviano, ed è nata anche una forte amicizia. Le mostre che organizziamo sono volte ad aiutare chi ha più bisogno, infatti durante questa collettiva, chi ha partecipato all’estemporanea ha donato le proprie opere al Cro di Aviano e il 2 ottobre ci sarà la cerimonia di consegna ufficiale”.
Il Castello aragonese di Comiso, location della prima Collettiva internazionale d'Arte dedicata a Francesco Giombarresi

“La scelta della suggestiva location - sottolinea Anna Ottaviano - insieme a Roberto Guccione, è sbocciata da un’idea comune durante una visita presso il Castello Aragonese di Comiso. Il Moica, Movimento italiano casalinghe, fondato dall’attuale Presidente Tina Leonzi, è attivo da oltre 30 anni su tutto il territorio nazionale e svolge un’attività di promozione della prevenzione sanitaria, valorizzazione del territorio, dell’ambiente, della cultura e dell’arte, per cui ho accettato volentieri questa collaborazione, anche perché il nostro territorio ibleo è ricco di arte, storia ed è giusto omaggiare il M° Francesco Giombarresi”.
“A questa ambiziosa collettiva d’Arte – spiega Roberto Guccione - mi stanno aiutando dei preziosi amici, Mario Vittoria e Pino Noto, due artisti che amano la loro città e vogliono rendere onore al genio di Giombarresi”. Infatti Mario Vittoria, presente all’incontro, per rendere tributo al pittore contadino ha realizzato un ritratto molto somigliante di Giombarresi che sarà esposto durante l’evento al castello Aragonese. “Giombarresi è uno degli artisti mondiali – racconta Mario Vittoria - che rappresenta l’Arte pura. Ha inventato una nuova corrente che prima non si era vista né tra gli espressionisti né fra gli impressionisti. Lui voleva raccontare il suo mondo dipingendo. Infatti tutte le tele non hanno nemmeno un centimetro quadrato libero. Ho dedicato un ritratto al Maestro per un grande senso di ammirazione nei suoi confronti e per cercare di farlo conoscere anche all’estero”.
Da sinistra il pittore Mario Vittoria, autore del ritratto omaggio a Francesco Giombarresi, Lara Dimartino, Anna Ottaviano, Roberto Guccione, Rosetta Giombarresi


Rosetta Giombarresi, anche lei pittrice, presenta l’anima stessa di Francesco Giombarresi, raccontando di un padre che aveva un carattere estroso e come molti artisti alternava momenti di estroversione a momenti di introversione, che lo portavano a chiudersi nei propri spazi estromettendo in alcuni casi anche la famiglia. Giombarresi non era solo un pittore, era un artista completo a 360 gradi. Aveva scritto poesie creando un lessico tutto suo, fu scultore, attore e si cimentava anche negli esperimenti scientifici. Scrisse anche un trattato sulle persone, custodito al museo di Caltagirone. “Era un animo puro e semplice – dice Rosetta Giombarresi - studiava le persone di cui ne descrisse le varie personalità. Ha scritto anche la Divina Commedia minuscola, impossibile da decifrare tranne che da se stesso. Sciascia in un articolo che lo lanciò, scrisse che nelle sue opere Giombarresi mette al suo interno la propria anima trasmettendo qualcosa a chi le ammira”.



Il destino di alcuni geni incompresi nell’epoca stessa in cui vivono, lo si riscopre facendo luce sulla loro storia e sul loro vissuto. Affascinante la vita di questo uomo poliedrico che in seconda elementare venne strappato dalla vita scolastica per andare ad aiutare il padre, proprietario terriero, e che veniva considerato pazzo dai compagni perché invece voleva andare ad imparare. Aspettava la domenica quando veniva uccisa la gallina, raccogliendone di nascosto il sangue per poter dipingere. A quei tempi non doveva di certo esser semplice essere dei sognatori. Figlia orgogliosa, Rosetta Giombarresi racconta altri aneddoti particolari che fanno ulteriormente apprezzare e comprendere la genialità dell’Artista: “ Mio papà era un’ anima libera e mia mamma lo aiutò a realizzare i suoi sogni occupandosi di me e dei miei fratelli. Quando mio papà aveva un’ispirazione artistica di notte, e magari mancava il materiale, spesso, toglieva le lenzuola a noi figli e le utilizzava per dipingervi. Si era costruito lo studio nel solaio, dove c’era il suo mondo, un luogo magico, perché era una stanza quasi completamente buia. C’erano solo delle fessure, ma lui per illuminarla aveva avuto una delle sue trovate geniali, raccolse centinaia di biglie di vetro che gli permisero di accumulare luce dalle piccole fessure e rifletterla sulla stanza generando un effetto luce artificiale che si proiettava verso la parte alta della camera, mentre al pavimento rimaneva buio. Per questo motivo a terra, nell’oscurità, disegnava i “mostri”, le figure brutte, evidenziando così la separazione tra il materiale giù e la spiritualità nella parte alta che, invece, era appunto illuminata”.


Francesco Giombarresi e la moglie

Estroso anche nel suo stile di vita e nel modo di vestire Francesco Giombarresi interpretò una piccola scena per il cinema nel 1995, nel film di Giuseppe Tornatore, “L’uomo delle stelle”. “Un episodio – ricorda Rosetta Giombarresi -  molto simpatico da citare perché venne contattato direttamente da Tornatore che aveva sentito parlare di questo personaggio del luogo e volle fargli fare una piccola scena. Mio padre accettò, ma non sapeva ancora che la sua scena era quello di un morto all’interno di una bara! Quando scoprì che doveva entrare in una bara e interpretare un uomo morto, si spaventò e non si fece trovare dal regista. Un giorno io andai a trovare i miei genitori e trovai a casa il regista Tornatore e l’attore Sergio Castellitto che cercavano mio padre. Non sapevano che invece si era rifugiato in campagna. Quando la troupe del film andò via, pregai mia madre di dirmi dove fosse finito mio padre, e mi disse che si era rifugiato in campagna perché non voleva assolutamente interpretare un morto! Amava troppo la vita, ma in ogni caso io riuscì a convincerlo e fece la sua parte! La cosa più curiosa è che a distanza di 20 anni dal film mio padre, che era malato, morì e nella bara sembrava proprio uguale alla scena del film; durante la notte, dopo che noi familiari avevamo pianto di dolore, l’anima di papà ci fece ridere di nuovo perché improvvisamente entrò nella stanza una mosca identica a quella del film, come se lui volesse regalarci un ultimo sorriso”.


Interno del castello, dove si svolgerà la collettiva d'Arte


Dal 22 settembre al 30 settembre la prima collettiva internazionale d’Arte farà da vetrina a tanti artisti provenienti da tutto il mondo e nello stesso tempo si omaggerà una figura artistica di notevole spessore che ha dato tanto alla gente, spesso regalando le sue opere solo per essere da loro ricordato, Francesco Giombarresi, “l’uomo delle stelle”, come lo definisce sua figlia Rosetta.

Lara Dimartino